“Eugenio pensa che gli uomini dovrebbero essere buoni, intelligenti e generosi, i luoghi belli e protetti, non offesi, i rapporti sociali solidali o armonici. E tutto ciò non per un ottuso romanticismo rousseauiano, ma per una sorta di fede da artista nella possibilità di costruire l’utopia con lucida emozione, come lui la costruisce sulla tela. Aristocratico ed elegante è Eugenio, e inscalfittibile. Però, mai distante, serafico, anzi curiosissimo delle persone e della vita”.
                                           Ferdinando Scianna

 

 



Da diversi scritti di Eugenio Carmi:

"Ciò che ci rende umani è il desiderio di creare bellezza e comunicare spiritualità. Le arti, partorite dalla mente umana, hanno questo insostituibile compito misterioso".


"L’astrazione è in noi, nella nostra vita quotidiana. Il profumo di una rosa è bello, ma non possiamo descriverlo perché è una percezione astratta. Dico agli studenti: 'Immaginate di non aver mai visto una rosa e dover descrivere cos’è. È impossibile. Non si può descrivere il profumo di un fiore'".

"Inventare non significa prendere un pennello o una matita e fare qualcosa sulla tela o sulla carta. Inventare è vivere. Perciò arte è vita".

"Credo sia importante lavorare all’interno della civiltà facendo esplodere in qualche modo il proprio mondo emotivo e culturale".

"Di fronte ad un’improvvisa domanda: 'che cos’è la creatività', rispondevo 'dipingere il bisonte invece di ucciderlo'. Infatti l’artista preistorico che 17.000 anni fa dipingeva il bisonte di Lascaux era un artista contemporaneo, e la sua creatività, le sue emozioni, il suo innato bisogno di estetica, erano identici alle nostre emozioni di oggi".


"L’arte è quella attività, tuttora sconosciuta, prodotta dal perfetto computer che sta nel nostro cervello e che, a nostra insaputa, traduce l’inconscio in realtà. Forse è il desiderio del mito della bellezza, forse è il desiderio di un colloquio col nostro dio, forse è il desiderio di scoprire il mistero dell’universo".

"I miei ultimi lavori testimoniano soprattutto ciò che mi affascina nei greci, ho cercato e continuo a cercare di rendere visibile la bellezza nascosta delle leggi della natura che essi hanno indagato duemilacinquecento anni orsono".

"L’arte in tutti i suoi aspetti è l’esempio più probante che il risultato dell’opera viene costantemente fornito al livello massimo raggiungibile dall’autore, senza che esistano condizionamenti forniti dal livello dei fruitori. Questa è la condizione irrinunciabile affinché il livello percettivo di chi guarda e ascolta aumenti progressivamente fino a mettersi in sintonia con l’opera che gli viene proposta".

"Come fabbricante di immagini la mia è una ricerca della felicità, perché 'la liberazione passa anche attraverso questi atti di fantasia che si scatena e si compiace della propria felicità'.
 Ma è anche una ricerca di strutture di comportamento che traggano stimolo dal campo visivo non convenzionale e trasformino la visione passiva dell’universo in una nuova Weltsnschauung governata dall’immaginazione".


"Ricordo un mio incontro in una scuola elementare di Taranto per un dibattito.
 Entrato in classe, dopo brevi presentazioni, la maestra indicò una bambina con la testa bassa dicendo 'con quella non c’è niente da fare, non riesce a prendere la matita in mano'. Mi avvicinai a lei. Era timidissima, due grandi occhi neri, non osava palare, completamente repressa da casa e scuola. Parlai con lei per cinque minuti, cercando di evocare immagini della vita quotidiana. Fu meraviglioso, per lei e per me.
 Mi guardò e le domandai di dedicarmi un disegno. Lo fece, ed era anche un bel disegno. Per la prima volta, attraverso un rapporto umano naturale, aveva liberato la sua creatività“.

"Mettere in funzione il meccanismo della creatività non significa necessariamente fare delle opere d’arte, come molti ancora credono. Significa prima di tutto guardare, giudicare e scegliere secondo quel metro che consente di percepire il proprio tempo per quello che è e non per quello che ci fanno credere, vivere nel presente con i suoi codici, accettare il passato senza rimpianti, guardare al futuro con la carica dell’immaginazione".