01 Luglio 2020
Museo del Novecento
 

INCONTRI [IM]POSSIBILI Capolavori dai depositi del #Museodel900 Appunti, 1963 EUGENIO CARMI “Fin dall’inizio degli anni...

Posted by Museo del Novecento on Tuesday, June 30, 2020




 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

.⁣ INCONTRI [IM]POSSIBILI⁣ Capolavori dai depositi del #Museodel900⁣ Appunti, 1963⁣ EUGENIO CARMI⁣ “Fin dall’inizio degli anni cinquanta, Eugenio Carmi, è tra i maggiori esponenti dell’astrattismo italiano. Il collage su tela Appunti (1963) viene donato dall’artista al Museo del Novecento nel 2014, a conferma del forte legame con Milano, città d’adozione in cui risiede dal 1971. Il ciclo di collage su tela del 1962-63, cui appartiene l’opera, rappresenta un momento cardine nella produzione artistica di Carmi. È, infatti, una summa del percorso svolto fino a quel momento, delle influenze e degli stimoli che ha raccolto: da quelli della sua attività grafica, a quelli del panorama artistico genovese, italiano e internazionale della seconda metà degli anni Cinquanta. Le opere e i collage sono annotazioni di ciò che esiste e accade attorno a lui: del paesaggio naturale, urbano e industriale, della storia e della cronaca. L’artista è un attento osservatore delle “cose”, ma anche degli uomini e della società. Si tratta di una lucida curiosità, della capacità di osservare e di sintetizzarne forme e colori, strutture e segni.”⁣ Danka Giacon, Conservatrice Museo del Novecento⁣ #MuseodelNovecento #Milano⁣ @comunemilano.cultura

A post shared by MUSEO DEL NOVECENTO (@museodel900) on


 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

.⁣ INCONTRI [IM]POSSIBILI⁣ Capolavori dai depositi del #Museodel900⁣ Appunti, 1963⁣ EUGENIO CARMI⁣ “Fin dall’inizio degli anni cinquanta, Eugenio Carmi, è tra i maggiori esponenti dell’astrattismo italiano. Il collage su tela Appunti (1963) viene donato dall’artista al Museo del Novecento nel 2014, a conferma del forte legame con Milano, città d’adozione in cui risiede dal 1971. Il ciclo di collage su tela del 1962-63, cui appartiene l’opera, rappresenta un momento cardine nella produzione artistica di Carmi. È, infatti, una summa del percorso svolto fino a quel momento, delle influenze e degli stimoli che ha raccolto: da quelli della sua attività grafica, a quelli del panorama artistico genovese, italiano e internazionale della seconda metà degli anni Cinquanta. Le opere e i collage sono annotazioni di ciò che esiste e accade attorno a lui: del paesaggio naturale, urbano e industriale, della storia e della cronaca. L’artista è un attento osservatore delle “cose”, ma anche degli uomini e della società. Si tratta di una lucida curiosità, della capacità di osservare e di sintetizzarne forme e colori, strutture e segni.”⁣ Danka Giacon, Conservatrice Museo del Novecento⁣ #MuseodelNovecento #Milano⁣ @comunemilano.cultura

A post shared by MUSEO DEL NOVECENTO (@museodel900) on